Il gatto

Dott.ssa F. Rota

I cinque sensi:
…Ovvero dimmi come percepisci il mondo…

 

Vista:

Si sviluppa intorno ai 10-14 giorni di vita: i cuccioli infatti nascono ciechi.

Per il gatto la realtà è fatta di movimenti, il suo occhio è strutturato per percepire spostamenti rapidi ed impercettibili, tipici delle piccole prede di cui si nutre (roditori, uccellini, lucertole… etc).

Essendo un predatore, il suo campo visivo è frontale: di circa 280°.

La sua messa a fuoco è ottimale a 25 cm di distanza dal muso, al di sotto di essa, non riesce a distinguere bene gli oggetti e si aiuta con le vibrisse e le zampe.

La proverbiale acuità visiva notturna è legata ad un numero maggiore di fotocettori (i c.d. bastoncelli, sensibili alla luce) ed alla presenza di una particolare formazione anatomica (il tapetum lucidum, posto immediatamente dopo la retina), che riflette la luce in entrata ed è responsabile del tipico colore giallo fosforescente/verde, che assume l’occhio quando, di notte, è investito da un fascio luminoso.

Stesso paesaggio visto di notte da un uomo (sopra) e da un gatto (sotto).

Gatto che di notte è abbagliato dalla luce.

Il minor numero di coni (cellule preposte alla percezione dei colori), fa sì che il micio veda il mondo in toni di verdi e blu, cogliendo infinite sfumature di grigio, ma non riuscendo ad apprezzare la scala cromatica del rosso e del giallo.

Udito:

Si sviluppa intorno ai 10-14 giorni di vita: i cuccioli infatti nascono sordi.

I padiglioni auricolari sono ritti (per amplificare le onde sonore) e mobili, capaci di ruotare di 180°, anche indipendentemente l’uno dall’altro, così da garantire un ampio campo uditivo e permettere un’accurata localizzazione della fonte sonora.

Sebbene i gatti adulti non usino gli ultrasuoni nella loro comunicazione, sono in grado di percepire frequenze acustiche bassissime, fino a 6 Khz (corrispondenti allo squittio di un roditore).

L’uomo può percepire suoni solo fino a 20 Khz di frequenza.

Equilibrio:

La parte più interna dell’orecchio (il c.d. “orecchio interno, appunto), accoglie l’organo vestibolare, responsabile dell’equilibrio.

Nel felino domestico, questa sensibilissima struttura, atta a percepire tutti gli spostamenti della testa e del corpo nello spazio, ha un’organizzazione del tutto peculiare, unica rispetto a quella di tutti gli altri mammiferi, che permette al gatto di attuare il “riflesso del raddrizzamento”, quel riflesso cioè che, quando l’animale cade di schiena da un’altezza sufficiente, gli permette di raddrizzarsi ed atterrare sulle zampe (da qui il detto popolare che “un gatto cade sempre in piedi!”).

Olfatto:

Sebbene non sia sviluppato come nel cane, riveste lo stesso un ruolo di primaria importanza.

Le narici sono rivestite da ben 19 milioni di terminazioni nervose olfattive (VS i 5 milioni dell’uomo), particolarmente sensibili ai “composti azotati”, normalmente contenuti nella carne (quindi nelle prede). Questo è il motivo per cui il gatto annusa accuratamente la ciotola prima di (decidere!) mangiare.

L’odorato è talmente importante per l’alimentazione, che i mici affetti da sinusite o raffreddore, non potendo percepire gli “aromi della pappa, possono rifiutare il cibo, con conseguenze anche piuttosto serie.

Il gatto, come il cane, è dotato di un particolare annesso anatomico, il c.d. “organo vomero nasale, o di Jacobson”, che gli permette di percepire i feromoni…

 

Organo vomero-nasale:

Struttura tubulare situata alla base della cavità nasale, alla quale è collegata da un dotto (sbocca dietro i 2 incisivi superiori). Presenta una vera e propria “pompa muscolare”, che aspira le sostanze dalla cavità nasale e le porta a contatto della parte sensoriale. Qui i neuroni vomero-nasali sono attivati dai feromoni e trasmettono le informazioni da essi veicolate, prima al “bulbo olfattivo accessorio”, poi ad un area specifica del cervello: il sistema limbico, sede delle emozioni.

Feromoni:

Non sono odori, ma acidi grassi volatili, non idrosolubili, emessi da ghiandole poste in varie parti del corpo (polpastrelli, mento, mammelle… etc) e contenuti in urina e feci.

Trasmettono particolari informazioni, o meglio emozioni: ad es. di paura, allarme, appagamento, ma sono implicati anche nel corteggiamento, nel riconoscimento dei cuccioli da parte della madre e d’ individui appartenenti ad uno stesso gruppo sociale (c.d. feromoni di identificazione) e nella delimitazione del territorio.

Gusto:

I gusti alimentari di un individuo si sviluppano e definiscono già nel periodo prenatale, quando il feto è ancora nell’utero materno. Diversi studi hanno dimostrato che i cuccioli allo svezzamento, se liberi di scegliere, prediligono i cibi con cui si era alimentata la mamma durante la gravidanza.

Il gatto riesce a distinguere: acido, amaro, salato, ma NON percepisce il sapore dolce.

Preferisce i cibi tiepidi, sui 36°C (la t° corporea delle prede), MAI freddi

Tatto:

Già negli ultimi 25 giorni di gestazione, i feti sviluppano la percezione tattile… se la mamma lo gradisce, accarezzarla sulla pancia in questo periodo renderà i nascituri più avvezzi alle coccole ed al contatto.

Vibrisse:

Sono dei veri e propri “peli tattili” rigidi (forniti di terminazioni sensoriali), posti sul muso e sui carpi (cioè sulle zampe anteriori).

Integrano le informazioni visive, andando a sopperire alla scarsa visione da vicino, risultando essenziali per la caccia.

Importante:

Il tatto è forse il senso ed anche il mezzo di comunicazione più frainteso tra persone ed animali.

Per gli esseri umani il contatto fisico è indice di intimità, affetto, dolcezza, consolazione.

La maggior parte dei nostri gesti d’amore ed amicizia sono universalmente espressi da una qualsivoglia presa di contatto (bacio, abbraccio, stretta di mano, pacca sulla spalla… etc).

Negli animali la situazione è profondamente diversa, il contatto fisico è un “privilegio” che viene concesso solo ai membri del gruppo familiare, od agli amici più stretti ed in generale le regole che segue sono assai diverse da quelle che valgono tra le persone.

Un cane, un gatto od un qualsiasi altro animale, difficilmente amerà farsi abbracciare, baciare, stringere e più che apprezzare tali manualità, tenderà, nel migliori dei casi, a subirle ed a tollerarle pazientemente.

Per questo motivi è importantissimo essere rispettosi dei nostri compagni animali, NON costringendoli ad un contatto fisico che potrebbe essere da loro vissuto con una valenza assolutamente negativa, nonostante il nostro intento sia quello di dimostrare loro affetto.