Il cane

Dott.ssa F. Rota

I cinque sensi:
…Ovvero dimmi come percepisci il mondo…

Vista:

Si sviluppa intorno ai 10-14 giorni di vita: i cuccioli infatti nascono ciechi.

In natura i canidi sono predatori crepuscolari, che cacciano al tramonto ed all’alba, quindi la loro vista si è evoluta per:

  1. Percepire il movimento (tale capacità è 10 volte superiore a quella dell’uomo, quindi il cane riesce a cogliere stimolazioni visive che noi neanche immaginiamo!);
  2. Avere una visione migliore con luce tenue (crepuscolare, appunto), grazie al maggior numero di bastoncelli (cellule dell’occhio specializzate nella percezione della luce) ed alla presenza di una particolare formazione anatomica (il tapetum lucidum, posto immediatamente dopo la retina), che riflette la luce in entrata nell’occhio.

Il campo visivo è frontale: di circa 250° (i Levrieri arrivano a 270°).

La messa a fuoco è ottimale a 50 cm di distanza dal muso, al di sotto di essa, il cane non riesce a distinguere bene gli oggetti e si aiuta con il prodigioso olfatto.

Poiché ha, rispetto all’uomo, un numero minore di coni (cellule dell’occhio specializzate nella percezione dei colori), il cane riesce a discriminare infinite tonalità di verde, blu, giallo, ma non riesce a vedere il rosso (o meglio, sa che un oggetto rosso non è bianco, ma non lo identifica di uno specifico colore).

Come vede i colori l’uomo (sopra) VS il cane (sotto)

Udito:

Si sviluppa intorno ai 10-14 giorni di vita: i cuccioli infatti nascono sordi.

La forma dei padiglioni auricolari è molto variabile in base alla razza, in quelle in cui sono portati ritti (per amplificare le onde sonore), sono mobili e capaci di ruotare di 180°, anche indipendentemente l’uno dall’altro, così da garantire un ampio campo uditivo e permettere un’accurata localizzazione della fonte sonora.

Il cane riesce a percepire suoni fino a 40 Khz (appartenenti alla sfera degli “ultrasuoni”), mentre l’uomo si arresta a soli 20 Khz di frequenza; questo è il motivo per cui, spesso, ad un proprietario sembra che il proprio cane sobbalzi o tenda l’orecchio senza apparente motivo: perché ha sentito qualcosa che, per l’orecchio umano, non è neanche percepibile.

Olfatto:

E’ il senso princeps del cane domestico, il suo principale mezzo per indagare il mondo che lo circonda e per comunicare con esso.

La finezza del naso del cane è talmente nota, che da millenni ormai l’uomo la sfrutta nei campi più svariati: dalla caccia, alla ricerca di persone scomparse, oggetti pericolosi od illeciti (esplosivi, armi, droghe) e, negli ultimi anni, in alcuni settori medici per la segnalazione precoce di stati patologici.

Per comprendere quanto sia potente l'olfatto di un cane rispetto al nostro, basta considerare che:

  • la superficie del suo epitelio olfattivo ha un'estensione di 18-150 cm2 (in base alla razza), VS i 2,5-4 cm2 del nostro;  
  • i suoi recettori olfattivi sono: 200-220 milioni in razze con il muso lungo (Labrador Retriever, Pastore Tedesco), 100-125 milioni in quelle con il muso corto o schiacciato (c.d. brachicefaliche, ad es. il Bulldog, il Boxer… etc), VS i nostri 5 milioni.

Il cane è anche dotato di un particolare annesso anatomico, il c.d. “organo vomero nasale, o di Jacobson”, che gli permette di percepire i feromoni…

Organo vomero-nasale:

Struttura tubulare situata alla base della cavità nasale, alla quale è collegata da un dotto (sbocca dietro i 2 incisivi superiori). Presenta una vera e propria “pompa muscolare”, che aspira le sostanze dalla cavità nasale e le porta a contatto della parte sensoriale. Qui i neuroni vomero-nasali sono attivati dai feromoni e trasmettono le informazioni da essi veicolate, prima al “bulbo olfattivo accessorio”, poi ad un area specifica del cervello: il sistema limbico, sede delle emozioni.

Feromoni:

Non sono odori, ma acidi grassi volatili, non idrosolubili, emessi da ghiandole poste in varie parti del corpo (polpastrelli, zona perianale, mammelle… etc) e contenuti in urina e feci.

Trasmettono particolari informazioni, o meglio emozioni: ad es. di paura, allarme, appagamento, ma sono implicati anche nel corteggiamento, nel riconoscimento dei cuccioli da parte della madre e sono indicativi di alcuni stati fisiologici (es. calore, gravidanza).

Gusto:

I gusti alimentari di un individuo si sviluppano e definiscono già nel periodo prenatale, quando il feto è ancora nell’utero materno. Diversi studi hanno dimostrato che i cuccioli allo svezzamento, se liberi di scegliere, prediligono i cibi con cui si era alimentata la mamma durante la gravidanza.

Al contrario dell’olfatto il gusto è un senso molto più sviluppato nell’uomo, che nel cane.

Le papille gustative del cane sono circa 1700 VS le 9000 dell’uomo.

Questa differenza è riconducibile a due motivi principali:

  • L’uomo è onnivoro, quindi, in natura, mangia una varietà di cibi molto più ampia rispetto al cane;
  • Al cane il senso gusto serve poco, perché:
  • si nutre principalmente di carne;
  • ha un olfatto sviluppatissimo, che gli permette di capire, già prima di metterlo in bocca, se un cibo è buono oppure no.

Curiosità: molti cani sono definiti golosi dai proprietari, perché amano molto i dolci… in realtà le loro papille gustative non sono in grado di percepire il gusto dolce, ma confondono il sapore degli zuccheri con quello delle proteine, di cui è ricca la carne.

Tatto:

Già negli ultimi 25 giorni di gestazione, i feti sviluppano la percezione tattile… se la mamma lo gradisce, accarezzarla sulla pancia in questo periodo renderà i nascituri più avvezzi alle coccole ed al contatto.

Importante:

Il tatto è forse il senso ed anche il mezzo di comunicazione più frainteso tra persone ed animali.

Per gli esseri umani il contatto fisico è indice di intimità, affetto, dolcezza, consolazione.

La maggior parte dei nostri gesti d’amore ed amicizia sono universalmente espressi da una qualsivoglia presa di contatto (bacio, abbraccio, stretta di mano, pacca sulla spalla… etc).

Negli animali la situazione è profondamente diversa, il contatto fisico è un “privilegio” che viene concesso solo ai membri del gruppo familiare, od agli amici più stretti ed in generale le regole che segue sono assai diverse da quelle che valgono tra le persone.

Un cane, un gatto od un qualsiasi altro animale, difficilmente amerà farsi abbracciare, baciare, stringere e più che apprezzare tali manualità, tenderà, nel migliori dei casi, a subirle ed a tollerarle pazientemente.

Per questo motivi è importantissimo essere rispettosi dei nostri compagni animali, NON costringendoli ad un contatto fisico che potrebbe essere da loro vissuto con una valenza assolutamente negativa, nonostante il nostro intento sia quello di dimostrare loro affetto.