Il comportamento sessuale del gatto

 

La maturità sessuale è raggiunta a:
6-8 mesi nelle femmine (le razze di taglia maggiore, quali il Main Coon, il Siberiano ed il Norvegese sono un pochino più tardive);
7-8- mesi nel maschio.
La gatta viene definita poliestrale stagionale a fotoperiodo negativo, questo significa che, alla nostra latitudine, va in calore circa 2 volte l’anno, quando le ore di luce diminuiscono (da fine Gennaio a Settembre e da fine Novembre a Dicembre).
L’estro ha una durata variabile a seconda che vi sia stato o meno l’accoppiamento:

  • se la femmina non viene coperta dal maschio (c.d. calore anovulatorio), durerà 2-3 settimane, ma potrà anche protrarsi in un estro continuo;
  • se la femmina è coperta, ha una durata media di 21 giorni e, se l’accoppiamento non è stato fecondo (non si è instaurata gravidanza), si ripresenta dopo 6 settimane.

L’ovulazione è indotta dal coito (in genere sono necessari almeno 3 atti perché si determini) ed avviene 24-50 ore dopo di esso.

Calore ed accoppiamento:
La femmina in calore presenta un comportamento unico, che potrebbe spaventare un proprietario inesperto.
La gatta appare più attiva ed agitata, emette miagolii insistenti, sfrega testa e collo contro gli oggetti, si rotola ripetutamente sul pavimento.
In presenza del maschio, od in seguito a semplici carezze sulla schiena e sul collo, si appiattirà con la pancia a terra, tenendo leggermente sollevato il posteriore e spostando la coda lateralmente.
Durante la monta il gatto afferra saldamente il collo della partner con i denti, ghermendole il torace con le zampe anteriori e muovendo quelle posteriori.
Seguono poi le c.d. spinte copulatorie, al termine delle quali il maschio si allontana dalla femmina, causando il c.d. grido copulatorio della compagna, che si rivolterà contro di lui, cercando di graffiarlo.

 

Gravidanza e parto:
La gestazione dura tra i 63 ed i 66 giorni e la gravidanza si fa evidente intorno alla 6°- 7° settimana, quando i capezzoli si inturgidiscono, l’addome si dilata e la gestante appare più sedentaria e tranquilla.
Proprio come avviene per le donne, una dieta equilibrata e ben bilanciata è indispensabile per il corretto sviluppo dei feti, per questo è bene ricorrere ad alimenti specificamente formulati per rispondere ai fabbisogni delle femmine gravide.
Ad una settimana circa dal parto, la mamma inizierà a ricercare un luogo sicuro e protetto (la tana), ove dare alla luce i piccoli.
I proprietari possono aiutarla ed indirizzarla nella scelta, mettendole a disposizione una scatola di cartone, una cesta od altro, ben imbottita di teli puliti, collocata in un angolino tranquillo della casa.
Alcune femmine manifestano delle perdite vaginali inodori biancastre, od appena striate di sangue, dense ed appiccicose, causate dallo scioglimento del tappo mucoso che aveva “sigillato” la cervice uterina durante tutta la gravidanza.
Nelle ventiquattr’ore precedenti il parto, la temperatura rettale della gatta si abbassa di circa un grado (attestandosi sui 37-37.8 C° VS i normali è 38,5 C°), le mammelle diventano
particolarmente turgide ed ad una leggera pressione sul capezzolo si ha fuoriuscita di latte.
Poco prima del travaglio, la puerpera inizia a leccarsi i capezzoli, così da depositarvi i feromoni contenuti nella saliva, che attireranno poi i nascituri, invogliandoli a poppare.
Molte gatte amano far partecipare i loro proprietari al lieto evento, per ricevere da loro rassicurazione e sostegno, mentre è estremamente raro che sia necessario l’intervento del veterinario.
Durante il travaglio aumenta l’irrequietezza: la puerpera appare agitata, si sposta spesso, miagola, si lecca la regione vulvare.
La presentazione dei feti può avvenire, indifferentemente, sia di testa, che podalica ed appena il neonato viene alla luce, la mamma rompe la placenta e la mangia, recide il cordone ombelicale con i denti ed inizia a leccare vigorosamente il piccolo, per agevolarlo nella respirazione e per stimolarne la circolazione.

Il cannibalismo materno è rarissimo.

 

                       Presentazione di testa                                                                                                    Presentazione podalica

 

Sebbene sia un’eventualità abbastanza improbabile, alcune gatte, soprattutto se primipare, non si curano di aprire il sacco amniotico e recidere il cordone e questo compito spetterà al proprietario.
Gli involgi fetali dovranno essere rotti con delicatezza, con l’aiuto di una garza sterile, mentre il cordone verrà reciso con delle forbicine (adeguatamente disinfettate), a circa 3-4 cm di distanza dall’ombelico; verrà poi applicata una leggera pressione sul moncone rimasto, per fermare la normale fuoriuscita di sangue.

 

 

Eseguite queste procedure, il padrone dovrà ripulire il musetto (bocca e naso) del neonato, per favorire la respirazione ed asciugarlo, per evitare che si raffreddi.
Le membrane fetali possono essere espulse tutte insieme, poco dopo la nascita dell’ultimo genito, o di volta in volta.
L’intervallo tra la presentazione dei singoli feti va dai 5 ai 60 minuti, ma a volte, sebbene non se ne conosca ancora il motivo, la femmina può interrompere il parto per circa 12-24 ore.
Il numero di piccoli per cucciolata è variabile da un minimo di 1 (raro) ad un massimo di 8.
Normalmente la gatta dà alla luce 4 cuccioli.
Alcune femmine allattano immediatamente i neonati, via via che nascono, mentre altre lo fanno solo a parto ultimato.
Istintivamente i gattini si spingono alla ricerca del capezzolo più vicino, attratti dal calore e dai feromoni qui precedentemente deposti ed inizieranno a poppare.
I tipici movimenti delle zampine dei piccoli sulla pancia materna, definiti “fare la pasta” (ritmico alternarsi delle zampe anteriori, che esercitano una lievissima pressione con i polpastrelli e le dita aperte e distese, con le unghie retratte), servono a favorire l’uscita del latte.
Sebbene questo sia un comportamento squisitamente neonatale, nel gatto di casa è frequentemente mantenuto anche nell’età adulta (spesso sulla pancia e le gambe del proprietario, o su coperte, cuscini ed altri oggetti morbidi ed accompagnato da fusa molto rumorose), come segno di appagamento e rilassamento.
E’ di estrema importanza che i piccoli si nutrano entro le 12 ore dal parto, per assumere il “primo latte”, tecnicamente definito colostro, ricco di anticorpi e sostanze nutritive indispensabili per la loro sopravvivenza e la futura salute.

 

Se i piccoli sono restii ad attaccarsi al capezzolo, vanno aiutati mettendoli con il musetto a contatto di esso ed esercitando una leggerissima pressione sulla mammella per far uscire un po’ di latte.
Al termine del parto mamma e neonati vanno lasciati riposare tranquilli ed indisturbati.
Normalmente la femmina non abbandona la tana per le prime 12-24 ore successive e può anche rifiutare il cibo e l’acqua, che comunque vanno sempre lasciate a disposizione.
Per tutto il primo mese di vita, il latte materno rappresenta l’unica fonte nutritiva dei cuccioli.
Come per la gravidanza, anche per l’allattamento è bene somministrare alla gatta un alimento specifico, che soddisfi l’enorme fabbisogno energetico, apportando la giusta quantità di minerali ed oligoelementi.

 

 

 

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