Anfibi

 

Tassonomia

La classe degli anfibi è composta da oltre 4000 specie, raggruppate in 3 ordini

 

Nella maggior parte delle specie avviene una metamorfosi da uova a larve fino ad arrivare all’individuo adulto. Durante la metamorfosi questi animali necessitano di grandi quantità di calcio che soddisfano prelevandolo dai sacchi calcarei paravertebrali che circondano i gangli spinali.

Biologia

La respirazione avviene attraverso la cute, la cavità orale, le branchie ed i polmoni. Più precisamente le forme larvali, avendo una vita essenzialmente acquatica, prelevano l’ossigeno dall’acqua soprattutto attraverso le branchie, che hanno delle diversità anatomiche tra gli anuri, gli urodeli e le cecilie.

Le branchie delle larve degli anuri (girini) sono racchiuse all’interno del corpo come nei pesci; i girini, tramite i boccheggiamenti, fanno arrivare l’acqua alle branchie permettendo l’assorbimento dell’ossigeno.

Le larve degli urodeli e delle cecilie sono dotate di branchie filamentose esterne e lo scambio gassoso avviene all’esterno del corpo.

Negli adulti, ad eccezione di alcune specie, la respirazione è essenzialmente polmonare. Gli adulti possono anche respirare attraverso la cute e la mucosa orale. Esistono alcune specie che non possiedono i polmoni e pertanto la via percutanea e quella mucosale, rappresentano l’unico mezzo per respirare. Altre specie ricorrono alla respirazione cutanea in determinate situazioni ambientali, soprattutto quando le temperature ambientali esterne sono molto basse.

La cute, oltre ad essere importante nella respirazione, come accennato precedentemente, contiene un gran numero di ghiandole, che funzionano da difesa contro i predatori, attraverso la produzione di tossine (che in alcune specie possono risultare anche mortali). Nella cute sono presenti anche cellule contenenti pigmenti utili per mimetizzarsi con l’ambiente; di fronte a degli stress alcune specie sono in grado di cambiare rapidamente la colorazione della pelle attraverso la liberazione di un ormone.

L’apparato circolatorio degli anfibi è caratterizzato essenzialmente da un cuore con due atri ed un solo ventricolo; in alcune salamandre esiste una parziale divisione anche dei ventricoli. Ad un atrio arriva sangue ossigenato dai polmoni, nell’altro arriva sangue deossigenato dagli organi ed entrambe le camere svuotano il sangue nell’unico ventricolo, dove si mescola. 

Per quanto riguarda l’aspetto riproduttivo, le rane non hanno un organo copulatore, per cui le uova sono fecondate esternamente oppure lo sperma è raccolto dalla femmina nella cloaca. Il maschio si accoppia generalmente in acqua o in zone limitrofe afferrando saldamente la femmina. Le uova sono deposte in acqua, o, nel caso delle rane terrestri, in prossimità di rocce o piante dove si raccoglie acqua. Alcune specie terrestri mantengono umide le proprie uova urinandovi sopra. Alcune femmine sono ovovivipare, cioè fanno schiudere le uova all’interno del loro corpo, ma la maggior parte sono ovipare, cioè depongono le uova, che si schiuderanno all’esterno.

Le cure parentali possono essere minime o, al contrario, molto sviluppate e protrarsi per tutta la durata della schiusa, con la costruzione del nido (che il maschio a volte difende da altre rane della stessa specie).

In alcune specie, le uova sono trasportate sul dorso da uno (la mamma) od entrambi i genitori.

Nelle salamandre, il maschio, dopo aver corteggiato la femmina, lascia nel terreno una spermatofora (pacchetto spermatico), contenente i suoi spermatozoi. La fecondazione può a questo punto avvenire in due distinti modi: 1. il maschio può aiutare attivamente la femmina a “cadere” sulla spermatofora; 2. la femmina può raccogliere il pacchetto spermatico tramite le sue labbra cloacali.

Nella primavera successiva la femmina lascia le larve in prossimità di corsi d’acqua ben ossigenati.

 

Alimentazione

L’alimentazione degli anfibi è un aspetto molto importante dell’allevamento. La maggior parte delle specie sono insettivore e l’ampia gamma di insetti a disposizione in natura garantisce una alimentazione equilibrata. Pertanto in cattività, non essendo possibile garantire questa grande varietà di prede, è necessario somministrare nella loro dieta integratori ricchi di calcio, per compensare gli alti tassi di fosforo contenuti in molti insetti. I Sirenidi sono onnivori. La maggior parte delle specie si nutre di prede vive, che in certe specie molto attive vanno praticamente lasciate sempre a disposizione (es Dendrobades). Non vale la stessa regola ad esempio per i Microhylidae che vanno alimentati saltuariamente. Le forme larvali e gli anuri di piccola taglia sono alimentati tutti i giorni, mentre gli anuri di grande taglia ogni 2 settimane. Gli anfibi terrestri possono essere alimentati con diversi invertebrati: lombrichi, camole del miele, tarme della farina, grilli, drosofile, falene, enchitrei (piccoli vermi bianchi). Agli anfibi acquatici in aggiunta si possono somministrare piccoli pesci (solo d’acqua dolce) o larve di chironomidi e artemia, in commercio si trovano anche cibo per pesci e i Tubifex (vermi vivi), da somministrare dopo averli accuratamente lavati sotto acqua corrente.

Allevamento

Le condizioni ambientali sono fondamentali per la stessa salute dei nostri piccoli animali, perché sono ectodermi, ovvero la loro temperatura corporea è influenzata da quella esterna.

Come linea generale:

  • Le salamandre che vivono in zone temperate necessitano di una temperatura di 10-16°C; a temperature superiori diminuisce l’assimilazione del cibo.
  • Le salamandre che vivono in zone tropicali possono richiedere temperature di 15-20°C e un alto tasso di umidità.
  • Le rane che vivono in zone temperate necessitano di temperature tra i 20 e i 25 °C.
  • Le rane che vivono in zone tropicali richiedono temperature di 25-30°C.

Le specie acquatiche e le forme larvali devono essere tenute in acqua declorata. A tal fine si può lasciare decantare l’acqua a temperatura ambiente aggiungendo delle compresse specifiche, oppure si possono utilizzare dei filtri di carbone. Si può impiegare anche acqua distillata. Il pH dell’acqua varia da specie a specie ma generalmente è compreso tra 6,5 e 8,5.

Per mantenere pulita l’acqua si possono utilizzare gli stessi metodi di filtraggio impiegati per i pesci.  In mancanza di un sistema di filtraggio si può sostituire l’acqua 2-3 volte a settimana. 

 

 

Modelli stabulativi

Acquario

Rappresenta un’ottima soluzione per tutte quelle specie che in natura non abbandonano mai l’acqua (es l’Axolotl, Xenopi, gli Imenochiri), o per la riproduzione di specie terrestri.

Le misure dipendono dalla grandezza e dal grado di attività del soggetto e dal numero che vogliamo ospitare. Ad esempio individui di pochi centimetri si adattano bene in acquari di 40-50 cm, ma per quelli più attivi, anche se di taglia minore (ad es. Xenopo di 10-15 cm) o per ospitare più soggetti, è necessario impiegare acquari con una capacità superiore ai 100-150 litri.

Il livello dell’acqua è irrilevante, poiché queste specie in pratica non escono mai, se non per respirare.

Molto importante è arredare l’acquario con pietre, tronchi per acquari e piante, per fornire un rifugio ai nostri animali; l’unica accortezza è che questi arredi non siano abrasivi poiché potrebbero danneggiare facilmente la pelle molto delicata dell’anfibio.

Il fondo deve essere molto fino (sabbia), è sconsigliato materiale grossolano, perché potrebbe essere ingerito con possibili problemi di ostruzione. Generalmente non è impiegato nessun fondo se utilizziamo l’acquario per la riproduzione; in questo modo possiamo individuare più facilmente larve e uova.

L’acqua che preferibilmente si utilizza per riempire la vasca è rappresentata da 2/3 di acqua distillata e 1/3 da acqua di rubinetto, in modo da ottenere: un pH neutro, una durezza media (5-6) ed un contenuto di nitrati trascurabili. Si possono utilizzare filtri interni per acquari a portata regolabile; i filtri esterni sono indicati per acquari con una portata superiore ai 100 lt. Per le specie che vivono in acque stagnanti (Pleurodes, Cynops,  ecc) sarebbe meglio utilizzare un sistema di filtraggio naturale impiegando alcune varietà di piante, limitare il numero di soggetti allevati e curare molto l’alimentazione. Per le specie amanti delle correnti i filtri esterni opportunamente direzionati sono un’utile soluzione. Per evitare un accumulo di nitrati è opportuno fare un cambio dell’acqua ogni 15 giorni, sostituendone circa il 20%.

Per l’illuminazione si impiegano dei neon a spettro completo, da sostituire ogni 6-12 mesi e da posizionare a circa 30 cm dalla superficie dell’acqua. Per gli anfibi notturni, invece, sono sufficienti neon normali per il giorno, mentre per la notte si sfrutterà un’illuminazione a luce blu. Se si intende far crescere delle piante è bene utilizzare lampade specifiche (il potenziale luminoso in questo caso dovrà essere minimo 0,5Watt/litro di acqua, altrimenti sono sufficienti 0,3 Watt).  Per quanto riguarda il periodo di illuminazione dovremmo calcolare 8 ore di luce in inverno e 11 ore in estate.

Gli acquari dovranno essere aperti sopra con una parte sporgente verso l’interno realizzata generalmente in plexiglas o in rete, in modo da impedire eventuali fughe. Il monitoraggio della temperatura si effettuerà con i termometri da acquario. Evitare stanze dove non ci sia un buon ricambio d’aria soprattutto d’estate.

 

Terrario umido

E’ una soluzione utilizzata per anfibi terrestri (Ambystoma opacum) e per anfibi che alternano una fase terrestre ad una acquatica (Triturus marmoratus, Ambystoma mavortium, Cynops orintalis). Il substrato può essere così realizzato:

  1. Strato più profondo di ghiaia per il drenaggio;
  2. Strato intermedio composto da fibra di cocco o argilla;
  3. Strato più superficiale rappresentato da foglie secche o tappeti di muschio, dove verranno collocati pietre, tronchi per acquari e vasi interrati per metà. L’igiene si effettuerà con la sostituzione delle foglie e del muschio.

Normalmente il terrario verrà realizzato in lunghezza, solo per le specie arboricole il terrario dovrà necessariamente svilupparsi in altezza.

Terrario misto (zona terrestre e acquatica)

Rappresenta il tipo di soluzione per anfibi semiacquatici (Pleurodeles waltl, Neurergus kaiseri, Bombina orientalis, ecc). La vasca deve essere di vetro e a tal fine si può impiegare un acquario con la zona acquosa deve essere la porzione più grande (i 2/3). L’acquario anche in questo caso dovrà essere realizzato senza il coperchio, collocando però due griglie di aereazione poste nei due lati opposti, una in alto e l’altra vicino il livello dell’acqua, poco al di sopra di esso. Per le specie piccole come Cynops orientalis o la Bombina orientalis il livello dell’acqua sarà all’incirca di 12-15 cm, mentre per quelle più grandi come Cynops cyanurus e Pleurodeles waltl si può arrivare a 20-25 cm.

La divisione delle due zone può essere ottenuta in due modi:

1)Realizzando la zona emersa aggiungendo semplicemente delle rocce o dei tronchi per acquario;

2)Suddividendo zone emersa e zona acquatica con una lastra di vetro, che sarà poi fissata con del silicone senza antimuffa (l’antimuffa può essere tossico). La zona emersa può essere realizzata componendo lo strato più profondo con 2-3 cm di argilla espansa o con della ghiaia; lo strato successivo sarà composto da fibra di cocco per acquari, arrivando fino a 1 cm dal bordo. Per rendere la lastra di vetro più realistica ci si possono incollare sopra delle pietre o del sughero.

Per controllare l’umidità si può ricorrere ad un igrometro. Per mantenere un certo gradiente di umidità, variabile da specie a specie, si possono utilizzare dei nebulizzatori o anche degli atomizzatori.

Una volta all’anno si asportano 2-3 cm di substrato per eliminare gli escrementi.

L’illuminazione può essere realizzata o con neon da acquario a luce bianca, oppure lampade compatte a risparmio energetico a luce bianca.