La struttura sociale del cane

Dott.ssa F. Rota

La struttura sociale del cane:                                                

Il cane è un animale sociale e collaborativo, che ha come bisogno etologico, non solo lo stare nel gruppo-famiglia, ma anche il lavorare in concerto con gli altri membri, per garantirne il funzionamento ed il benessere.

Per anni, parlando della sua struttura ed organizzazione sociale, si sono presi a modello i branchi dei lupi, che sono, a tutti gli effetti, i progenitori selvatici del cane domestico.

Progenitori, appunto e selvatici… usare il lupo per cercare di spiegare e capire il comportamento del cane, sarebbe come usare un gruppo di scimpanzè o di bonobo per comprendere la società umana… assolutamente inadatto.

Il cane ed il lupo hanno separato le loro strade evolutive tra i 16000 (secondo le evidenze genetiche) ed i 35000 anni fa (secondo le evidenze paleontologiche), un tempo più che sufficiente perché la domesticazione e la convivenza con l’uomo plasmassero il carattere ed il comportamento del cane, differenziandolo sostanzialmente da quello del progenitore selvatico.

Sfatiamo quindi alcuni miti, che, purtroppo, sono ancora troppo radicati nella mentalità comune.

  1. La struttura sociale del cane non ha un’organizzazione gerarchica di tipo quasi tirannico, basata sulla dominanza, la sottomissione e la forza.
  2. Il nostro compagno a quattro zampe non osserva ogni nostra mossa, in attesa del momento propizio per compiere il suo colpo di stato e rovesciare la nostra posizione di capo indiscusso.

In realtà, se si prendono a modello i branchi, o meglio i gruppi di cani semi-selvatici o randagi (ben più appropriati per capire il nostro amico di casa), si noterà come la loro organizzazione ricordi quella che vige all’interno di una grande famiglia.

  • La maggior parte dei membri è imparentata. C’è sempre un’intimità ed un legame affettivo (se non di sangue) tra loro.
  • Ogni membro riveste un rango (cosa sono rispetto agli altri) ed un ruolo (qual è il mio compito) preciso e lavora in collaborazione con gli altri, per il successo e quindi la sopravvivenza dell’intero gruppo.
  • Il capo-branco, o leader (una volta definito alfa, o dominante), è un adulto (maschio o femmina, oppure una coppia, spesso progenitrice della maggior parte dei giovani), che si occupa del benessere del branco.

NON impone il suo volere con la coercizione e la violenza, infatti, la parola leader ha, nel senso letterale del termine, un’accezione positiva.

Il leader è una guida, un riferimento, un modello positivo ed essere leader è un’attitudine… ovvero, alcuni individui hanno un carattere che li predispone naturalmente a rivestire questo ruolo, altri no.

A questa guida il resto del gruppo si rivolge in caso di dubbio o necessità (ad es., c’è un estraneo nel territorio, come dobbiamo comportarci?) ed a lei tributa rispetto ed obbedienza, perché ha fiducia nelle sue capacità… proprio come dei figli farebbero nei confronti di un genitore.

Oltre a prendere le decisioni importanti per la sopravvivenza del branco, il leader mantiene la quiete e la pace, placando i conflitti e le dispute che possono nascer al suo interno, come in tutte le migliori famiglie.

  • Gli altri membri del gruppo, a seconda dell’età e dell’indole, rivestono ruoli (cosa faccio) e ranghi (qual è il mio rapporto rispetto agli altri) diversi.

Ad es. le giovani femmine, tra i 10 mesi ed i 2 anni, sono spesso tate che si occupano dei cuccioli e della loro educazione.

Gli adolescenti od i giovani maschi rivestono invece sovente il ruolo di sentinella, perché, essendo giovani e reattivi, tendono appunto a reagire più prontamente ed a segnalare novità od anomalie agli adulti, più pacati e riflessivi.

  • Non c’è una continua e sotterranea lotta intestina per destituire il leader ed usurparne il posto. Gli altri membri del branco non odiano la loro guida, né la temono (nel senso di averne paura), ma la rispettano e nutrono fiducia nelle sue scelte.

Difficilmente un cane “ambisce” a rivestire il ruolo di leader, perché ciò comporta grandi responsabilità ed un carattere sicuro, solido, pacato, che non tutti hanno.

La perdita della guida è sempre un evento destabilizzante, con ripercussioni spesso negative sul branco che, privo di un riferimento, può vivere periodi di grave difficoltà e sbando.

Da questa panoramica estremamente semplificata sulla struttura sociale del cane, possiamo capire come tutti i modelli addestrativi basati sulla dominanza, sulla coercizione e sulla violenza, siano, oltre che moralmente deprecabili, superati.

Il cane, se noi riusciamo ad essere proprietari coerenti, sicuri, affidabili e chiari, si rivolgerà ed affiderà naturalmente a noi, riconoscendoci ed investendoci del ruolo di leader e tributandoci l’affetto a la collaborazione propri di un membro effettivo della famiglia.

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