Il coniglio - note generali

 

Il Coniglio (Oryctolagus cuniculus)

 

 

Il coniglio è originario della penisola iberica; furono i Fenici che, scoprendo la Spagna e notando così tanti conigli proliferare in questa terra, la battezzarono “I Spah Im” che significa appunto “Paese dei Conigli”.

Il coniglio appartiene all’ordine dei Lagomorfi (come la lepre ed il pica americano), che
si differenziano dai Roditori per le seguenti caratteristiche:

  • Possiedono 4 incisivi superiori
  • Hanno la mandibola è più larga
  • Il movimento delle mascelle è latero-laterale, mentre nei Roditori è antero-posteriore.
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Esistono numerose razze che possiamo suddividere in: nane, medie e giganti.
Mentre il peso delle razze nane supera di poco il chilogrammo, quello delle giganti può superare i 9 chilogrammi (gigante delle Fiandre). 

 

Caratteristiche comportamentali e habitat naturale

I conigli sono animali sociali che vivono in colonie a struttura gerarchica. Sono animali territoriali, forniti di ghiandole odorifere con cui marcano il territorio. Le femmine con le loro ghiandole marcano i piccoli alla nascita. Sono animali molto attivi all’alba e al tramonto, mentre durante il giorno e la notte si rifugiano all’interno di tane composte da numerosi cunicoli.

Il coniglio è un animale sociale, convive bene anche con il proprietario, ma si trova meglio con altri conigli; possono convivere bene 2 femmine abituate da piccole o sterilizzate, oppure due maschi purché siano stati castrati.

Caratteristiche anatomiche e fisiologiche

I conigli hanno tutti i denti a radice aperta che crescono continuamente al ritmo di 10-12 cm l’anno.

La formula dentale è: I 2/1, C 0/0, P 3/2, M 2-3/3. I conigli non sudano e in presenza di temperature elevate riducono anche l’assunzione di acqua e, pertanto sono soggetti a colpi di calore, soprattutto quando la temperatura è al di sopra dei 30° C. I conigli sono animali monogastrici e nel cieco digeriscono la cellulosa. Nei soggetti sani lo stomaco non è mai vuoto e ha un pH estremamente acido per cui nessun microrganismo vi riesce a sopravvivere.

Cenni sulla digestione del bolo alimentare e la formazione del ciecotrofo

La degradazione del bolo alimentare inizia nello stomaco ed a livello dell’intestino sono assorbiti i glucidi semplici.

Molto rapidamente, in circa 1 ora e 30, il bolo raggiunge la giunzione ileo-ciecale, grazie ai movimenti peristaltici intestinali, favoriti dall’abbondanza di fibra della razione. A questo livello l’alimento è degradato in fibre insolubili e particelle solubili non fibrose (cellulosa, emicellulosa e polisaccaridi), che entrano nel cieco e nel colon.

Le contrazioni del cieco spingono il contenuto verso il colon prossimale, dove dividono le particelle solubili da quelle insolubili. Quest’ultime vengono proiettate rapidamente all’esterno sotto forma di feci dure, rotonde, e secche.

Nel colon però ci sono anche dei movimenti antiperistaltici che riportano indietro nel cieco tutto il resto (particelle solubili e liquidi). Nel cieco iniziano i processi di fermentazione con la formazione di un composto costituito da aminoacidi, acidi grassi volatili, e vitamine, che in parte è assorbito dalla parete dell’intestino ed in parte è eliminato sotto forma di ciecotrofo, che rispetto alle feci normali risulta più tenero e ricoperto di muco protettivo.

La ciecotrofia, ovvero l’assunzione orale di questa porzione di feci, permette al coniglio di risparmiare acqua e riciclare alimenti. Questo atteggiamento avviene normalmente o la mattina o la notte.

 

La vita media di un coniglio domestico è di 5-6 anni (media 8 anni) o più. Sono stati segnalati casi in cui gli animali sono vissuti fino a 15 anni.

La maturità sessuale si raggiunge tra i 4 e gli 8 mesi di età (più precoce nelle razze piccole).

La stagione riproduttiva dura tutto l’anno, ma la fertilità è massima nel periodo primaverile. Il ciclo estrale è irregolare con periodi di 4-17 giorni di recettività intercalati da 1-2 giorni di inattività. La coniglia è a ovulazione indotta o “riflessa”; l’ovulazione avviene 10-13 ore dal coito.

La gestazione è mediamente di 30 33 giorni. Dopo accoppiamenti sterili, o la monta da parte di altre femmine, o anche a seguito della vicinanza dei maschi, si può verificare una pseudogravidanza che generalmente dura 15-17 giorni.

I coniglietti nascono nudi ed aprono gli occhi verso il decimo giorno di vita, mentre i leprotti nascono con i peli e gli occhi già aperti. Le coniglie non recuperano i piccoli che escono dal nido, a questo deve provvedere il proprietario.

In natura i conigli selvatici fanno il nido all’interno dei tunnel scavati da loro, mentre le lepri fanno il loro nido sul terreno nudo.

Normalmente la femmina allatta una sola volta nell’arco della giornata, o la mattina presto o la sera. Il latte materno è molto ricco di grassi (13%) e di proteine (12,5%).

Lo svezzamento avviene all’età di 5-6 settimane. Le femmine marcano i loro cuccioli grazie alle loro ghiandole ed uccidono i cuccioli estranei.

Per tentare di far accettare un piccolo rimasto orfano, si  strofina prima contro gli altri coniglietti della nidiata.

Cura dei cuccioli

I coniglietti orfani possono essere alimentati utilizzando o del latte di capra o quello per gattini, diluito al 50% con acqua, oppure con del latte vaccino con l’aggiunta di tuorlo d’uovo e panna fresca. Al latte vanno aggiunti dei fermenti lattici (L. acidophilus). I coniglietti devono stare ad una temperatura di 18-20°C; quindi non vanno riscaldati con una fonte di calore esterna.

Indicazioni sulla gestione in cattività       

Alloggio

La gabbia deve essere il più grande possibile e, se questo è l’alloggio destinato ad ospitare un soggetto per la maggior parte del suo tempo, le dimensioni minime indicative sono 90x60x45. La parte più importante della gabbia è il fondo che dovrà essere soffice per impedire la formazione di piaghe sul plantare dei conigli. Il fondo migliore per i conigli che non mangiano la carta, è rappresentato da un primo strato di giornali dove sopra andrà collocata della paglia o del fieno, in alternativa si può utilizzare del tutolo di legno compresso coperto con del fieno. Sono da evitare tutte quelle lettiere profumate o polverose (segatura, lettiere per gatti). Mediamente la lettiera va cambiata 2-3 volte a settimana (dipende dalla mole del soggetto). E’ opportuno arredare la gabbia con una ciotola larga per l’alimento, una pesante per l’acqua (che non possa essere rovesciata facilmente), un abbeveratoio a goccia ed anche un rifugio di legno. Per dare la possibilità al coniglio di rosicchiare e consumare fisiologicamente i propri denti, gli si può fornire un rametto di legno (non resinoso e non trattato, né verniciato!) . 

 

Alimentazione

Il coniglio è un erbivoro stretto e molte delle sue patologie scaturiscono da un’alimentazione sbagliata. In natura il coniglio si alimenta con erba, germogli e foglie. In cattività dobbiamo avvicinarci il più possibile a questo tipo di alimentazione, somministrando fieno di buona qualità e verdure.

L’alimento deve avere un ricco contenuto in fibra per permettere un adeguato consumo dei denti e un buon funzionamento dell’intestino.  Un tenore di fibra al di sotto del 15% provoca squilibri digestivi, ma se è superiore al 16% diminuisce l’appetibilità dell’alimento.

Il fieno costituisce la base dell’alimentazione, poiché è una fonte di fibra importante. Se poi è stato seccato al sole naturalmente, è anche ricco di vitamina D. Il fieno di erba medica non è adatto per i conigli adulti, perché troppo proteico.

In aggiunta al fieno, che va sempre lasciato a disposizione, nella dieta non deve mai mancare la verdura fresca, che inizialmente andrà somministrata in piccole quantità e mai fredda di frigo.

I vegetali che possiamo fornire sono: radicchio, valeriana, indivia, foglie di carote e carota (la carota come tale non andrebbe data più di 1 volta a settimana), sedano, peperoni, ravanelli, cicoria, cicorione, scarola. I cavoli, i broccoli, ed anche gli spinaci, contengono grandi quantità di ossalati e pertanto vanno somministrati in piccole quantità. I vegetali ricchi di calcio come il tarassaco, l’erba medica, il rosmarino, la salvia e il timo NON vanno somministrati dopo i 6 mesi d’età.

Chi ne ha la possibilità, può lasciare pascolare il proprio coniglio in un prato non trattato con pesticidi o diserbanti, o può raccogliere e dargli erbe di campo. Questa soluzione rappresenta in assoluto l’alimentazione migliore e più naturale!

Attenzione: si può somministrare erba bagnata, purché l’animale sia abituato a mangiarla, infatti in natura i conigli brucano l’erba bagnata dalla rugiada o dalla pioggia.

 

 

 

 

Quando si introduce un nuovo alimento va fatto sempre in maniera graduale.

La frutta va somministrata con parsimonia (prediligendo la mela).
I pellet non sono necessari, ma alcuni sono ottimi in quanto soddisfano tutti i fabbisogni del coniglio; sono somministrati in ragione di ¼ di tazza ogni 2 Kg di peso dell’animale.
Le femmine in lattazione ed i giovani fino a 8 mesi circa di età possono essere alimentati con il pellettato ad libitum.

Sono assolutamente da evitare: tutti i semi (ad es. di mais, il granturco, i semi di girasole), i prodotti che contengono carboidrati (pane o derivati, dolci), perché troppo ricchi di carboidrati, apportano un eccessivo contenuto calorico e predispongono a fermentazioni intestinali anomale, selezionando lo sviluppo di una microflora intestinale nociva per il coniglio.

Sono da considerare tossici i seguenti alimenti: tutte le parti verdi di pomodori e patate e melanzane. Tra le piante che raccogliamo nei campi è bene ricordare di non raccogliere il Centocchio ovvero la gallinella, tossica per il coniglio (vedi foto).

Ricordarsi anche di controllare sempre il fieno, poiché potrebbe contenere delle muffe responsabili di micotossicosi. Se il fieno diventa marrone e polverulento è meglio non somministrarlo e gettarlo via!

Ricordarsi di somministrare sempre un nuovo alimento in maniera graduale e mai subito dopo averlo tirato fuori dal frigo.

Sebbene possa sembrare che un coniglio alimentato con verdure fresche beva poco, assimilando gran parte dell’acqua di cui necessita dalle verdure stesse, è molto importante lasciare sempre a disposizione una ciotola od un beverino con acqua fresca e pulita.

 

 

centocchio

 

Vaccinazioni

I conigli normalmente sono vaccinati nei confronti della mixomatosi e della malattia emorragica (MEV), ma il protocollo vaccinale più opportuno è deciso dal veterinario in base alle circostanze.
Generalmente nei confronti della mixomatosi si vaccina a 30 giorni di età con un richiamo 2 mesi dopo e poi ogni 4-6 mesi.
Nei confronti della MEV si vaccina verso i 60 giorni, con un richiamo dopo 30 giorni  e successivamente ogni 12 mesi (in certi situazioni ogni 6 mesi).
Per nessuna di queste malattie esiste terapia ed entrambe risultano spesso fatali.
Sono soggette a denuncia obbligatoria, con un provvedimento di polizia veterinaria, che prevede la soppressione degli animali colpiti.

 

 

 

 

 

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